Vittoria!

L'arte dei pizzaiuoli napoletani è Patrimonio dell'Unesco

Rossopomodoro festeggia la conquista del riconoscimento dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio immateriale Unesco

ascolta la dichiarazione in diretta della vittoria di Alfonso Pecoraro Scanio

"È stata una fantastica galoppata lunga e difficile, siamo stati promotori dal primo momento e alla fine siamo stati premiati noi e quanti l’hanno sostenuta e ci hanno creduto, in primis i pizzaioli, anzi, i pizzaiuoli." 

Poche parole per esprimere tutta la gioia del successo.
Franco Manna, fondatore e presidente di Rossopomodoro commenta così il riconoscimento che L’Unesco ha tributato all’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani iscrivendola nel Patrimonio Immateriale dell’Umanità. 

"Un riconoscimento che ci dà ragione e non solo perché dal primo momento abbiamo sostenuto la raccolta firme per contribuire alla moral suasion avviata dalle associazioni dei pizzaioli, dal presidente della Fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio, dal Mulino Caputo, da Coldiretti e dai media che l’hanno appoggiata. 
Il motivo di soddisfazione ulteriore è perché abbiamo sempre detto che il vero valore pizza è nella capacità degli artigiani che le fanno vita. 
Con questa decisione il fattore umano viene messo nella giusta evidenza come facciamo noi di Rossopomodoro. Ora c’è l’altro passaggio che auspichiamo: Napoli per la pizza deve diventare come Londra. I giovani devono venire in questa città a imparare questa arte secolare."

È un fiume in piena Franco Manna, ma d’altronde è facile intuire lo sforzo di questi anni consumato nelle oltre 150 pizzerie in Italia e nel mondo insieme a pizzaioli di punta come i Campioni Mondiali Davide Civitiello e Teresa Iorio, gli ambasciatori come Gino Sorbillo, tutti gli artigiani che lavorano nel gruppo, il management rappresentato nei diversi ruoli da Clelia Martino, Antonio Sorrentino, Enzo De Angelis, i giornalisti come Luciano Pignataro e Vincenzo Pagano che hanno seguito le tappe dell’evoluzione, i mille appuntamenti dedicati. 

"Uno sforzo corale che ha dato i suoi risultati anche se nessuno può iscriversi un merito che è e resta un patrimonio comune di una città, di un popolo e di uno stile di vita", precisa Manna.